10 febbraio
Il giorno del Ricordo
di Franco Isman
Istituito con legge dello Stato nel marzo 2004 al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra . E' certamente giusto ricordare, tanto più dopo anni di quasi oblio; sbagliata, a parere di chi scrive, l'istituzione di questa giornata che, immediatamente a ridosso del Giorno della Memoria, ha tutta l'aria di voler omologare l'uno all'altra, di voler equiparare avvenimenti inconfrontabili. Ne ho già scritto e, considerato che siamo in Internet, inutile ripetere, basta un link, veda chi vuole: Il giorno del Ricordo del 12 febbraio 2004 e Foibe e ricordo del 10 febbraio 2006. Il Comune di Monza ha celebrato la ricorrenza nel 2005 con una relazione dello storico Giovanni Sabbatucci seguita da un sentito dibattito e lo scorso anno con un appassionato intervento di Paolo Sandrini, profugo da Pola, seguito anch'esso da un dibattito dai toni molto accesi (vedasi la relazione di Umberto De Pace Monza e la giornata del ricordo). Quest'anno non sono previsti incontri pubblici ma soltanto un pellegrinaggio di un certo numero di studenti alle foibe. In realtà il manifesto è assolutamente corretto e non chiede di fare nulla di più di quanto previsto dalla legge; nel sito dell'associazione è scritto esplicitamente che: Il corteo è organizzato e gestito SOLO da Associazioni e sarà caratterizzato dalla presenza SOLO di bandiere tricolori e delle terre irredente di Istria, Fiume e Dalmazia, non saranno ammesse bandiere o striscioni con simboli di partiti... per rispettare l'auspicata presenza di cittadini con diverse identità o appartenenze politiche. Certo c'è il serio pericolo che gli attivisti delle frange di estrema destra cerchino di partecipare o di impossessarsi della manifestazione, ostentando, come hanno più volte fatto sia Roma che a Monza, svastiche e fasci ed esibendosi nel saluto romano. Ci si augura che gli organizzatori sappiano davvero impedirlo, ma questo pericolo non giustifica un divieto preventivo mentre sarà opportuno ricordare a questi signori che le tragiche ed orripilanti foibe hanno seguito un ventennio di deslavizzazione forzata dell'Istria (italiana soltanto nella fascia costiera), una guerra di aggressione e gli orrori dell'occupazione italiana della Slovenia con massacri e campi di internamento. Ed anche che la perdita di questi territori e la conseguente tragedia dell'esodo discendono direttamente da questa guerra di aggressione che l'Italia fascista ha condotto nell'orbita dell'amica Germania che aveva invaso mezza Europa. E' la guerra il primo e il più grande di tutti i mali, in guerra non esiste brava gente ed il fascismo non soltanto ne è stato il responsabile ma ne fa addirittura l'esaltazione: Anzitutto il fascismo non crede alla possibilità né all'utilità della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla, scriveva Mussolini sulla Treccani. Franco Isman 3 febbraio 2007 |